Una semplice proposta

15/01/2021
Dott. David Bianco
Se ci ispirassimo semplicemente alla Natura, magari convivendo e cooperando?
Perché è importante capire l’importanza della biodiversità e dei servizi ecologici futuri rinunciando alla vecchia e cara idea di dominio della Natura

Molto spesso nei nostri comuni ragionamenti e discorsi facciamo riferimento alla natura e al “naturale”.

Diciamo che è "naturale" un evento in qualche modo inevitabile o prevedibile: ad esempio che in estate si vada al mare, che in inverno nevichi, che a Natale si addobbino gli alberi di Natale -mettete quello che vi sembra più “scontato”.

Spesso dichiariamo che è "naturale" una cosa -un ortaggio, un aroma, un vino-, oppure uno spazio, un paesaggio che evochi qualcosa di positivo, di salutare, di selvatico.

Parliamo poi di catastrofi naturali come terremoti, incendi e piene dei fiumi, quando è di tutta evidenza il fatto che l’alluvione di una pianura quasi completamente artificiale, un incendio o una frana siano “antropiche” più che naturali. Quello che è invece naturale è che la legna bruci, che piova o che la crosta terrestre abbia dei movimenti, peraltro prevedibili statisticamente zona per zona.

In definitiva pensiamo e ci riferiamo spesso alla Natura, ma con un sentimento ambiguo, quasi di odio e amore. Ci sentiamo fuori dalla Natura e dentro ad a essa attraverso una dimensione tutto umana: la Cultura.

Così si rende il termine un po’ “ambiguo”, tanto da fare sembrare naturali cose non naturali e, per contrasto, non farci cogliere quelle che sono le molteplici leggi della natura, che si presentano chiare ai nostri occhi solo se siamo disposti a leggerle.

Il mondo in cui abitiamo è sempre più complesso, fragile, globalizzato: una iper-connessione con luci ed ombre, di cui siamo vittime e carnefici al tempo stesso. Ovviamente questa complessità e interconnessione è un fatto molto positivo per tanti aspetti: la scienza, la giustizia, l’informazione devono essere globali. Ma sappiamo anche che le grandi questioni ambientali, sociali ed economiche che ci preoccupano (le varie CRISI) sono ormai intimamente intrecciate e difficili da dipanare.

Haeckel Lichenes

Proviamo allora a partire dall’assunto che la rete globale delle nostre relazioni economiche e sociali trovi corrispondenza nella grande rete della vita e degli ecosistemi, una rete che si muova dalla scala locale (ad es. la nostra città) e quella planetaria. Questa rete vivente può farci da esempio di come funzioni sul lungo periodo la complessità di un sistema, grande o piccolo.

Ecco perché è importante, metaforicamente ma non solo, comprendere la natura e le sue leggi. Le leggi dell’Ecologia, norme biofisiche vincolanti che non richiedono trattati e ratifiche per essere messe in atto: ci sono e da quelle dipende il nostro futuro.

Da milioni e milioni di anni i sistemi ecologici (fatti da elementi biologici e geologici) funzionano efficacemente; l’efficacia di questi sistemi è stata “collaudata” dal tempo grazie ad una evoluzione e adattamento di milioni di specie, con processi che l’uomo ancora non ha pienamente compreso ma che funzionano meglio delle nostre macchine. Molte ricerche avanzate si ispirano alla natura (biomimesi) e così molte tecnologie già in uso (bioedilizia, agricoltura biologica, ingegneria naturalistica, fitodepurazione, etc.).

Si parla da alcuni anni di economia circolare: si può costruire, abitare, utilizzare le risorse, mangiare, gestire i rifiuti, recuperare, depurare meglio di come abbiamo fatto fino ad oggi. La semplice proposta che farei (e che altri, più qualificati, propugnano da tempo) è di ispirarsi alla natura, lavorando con la biodiversità e per la biodiversità, l’unica garanzia di utilizzare processi davvero efficienti sul lungo periodo.

Se osserviamo attentamente un bosco, uno stagno, un prato fiorito con attenzione, scopriremo presto due aspetti che sono anche due concetti fondamentali.

Il primo è che negli ecosistemi esiste la diversità. Diversità tra esemplari della stessa specie (abbiamo magari querce di diversa età, con foglie diverse, con forma diversa, con genetica diversa), diversità di specie che vivono in un ambiente, diversità all’interno degli ambienti: il sistema funziona per una serie infinita di passaggi che connettono tutti (sottolineo tutti) gli attori sulla scena, dalla grande quercia al minuscolo lichene.

Abbiamo quindi un complesso sistema di relazioni, di interdipendenze: un fiore dipende per l’impollinazione da un insetto, l’insetto dipende da un’altra pianta che rappresenta il cibo principale di un certo mammifero, il quale a sua volta diffonde un altro tipo di piante che per crescere richiedono una simbiosi con speciali funghi, … Insomma immaginiamo una rete sconfinata più di internet.

Siamo dunque davanti a sistemi complessi, dove la complessità non è data solo dal numero di elementi che li costituiscono, quanto dalle relazioni che intercorrono tra i diversi elementi stessi. Nei sistemi complessi i cicli della materia e dell’energia sono particolarmente efficaci, difficilmente ripetibili anche nei migliori laboratori seppure a piccola scala.

Se togliamo al sistema o danneggiamo uno degli elementi – estinguendo funzionalmente una pianta, un animale, un ecosistema  - il “sistema” ne risente, reagendo più o meno bene in base alla sua capacità di resilienza. Può compensare la perdita in vario modo, ma a forza di perdere i suoi componenti, la sua risposta sarà più debole e l’equilibrio potrà spostarsi di molto dal punto di partenza.
Esemplificando, una lussureggiante foresta tropicale, con migliaia di specie per ettaro, potrà diventare un deserto senza traccia di suolo fertile e con pochissimi organismi specializzati. Purtroppo, è già successo che i sistemi ecologici collassassero perché impoveriti da un uso non durevole e saggio.

I sistemi biologici a cui apparteniamo funzionano grazie a processi di scambio e riciclo, di collaborazione e simbiosi, di specializzazione e integrazione. A questi concreti ed efficaci processi naturali possiamo fare riferimento per costruire le nostre case, città, industrie, società.
Prima lo faremo seriamente, per intelligenza e sensibilità, e meglio sarà.

Dott. David Bianco, Responsabile Area Ambiente - Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia Orientale

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