Le radici per il futuro e gli alberi del nostro presente

22/03/2021
Dott.ssa Angela Iacopetta

Mettiamo le radici per il futuro e calcoliamo il valore reale degli alberi del nostro presente

 L’iniziativa della Regione Emilia-Romagna “Mettiamo le radici per il futuro” è un successo[1]!
Anche a Bologna, i cittadini vogliono partecipare.

Ma l’impresa è fattibile? Finché il suolo è privato, ognuno fa a casa propria quello che vuole. Quando si vuole piantare sul suolo pubblico, la faccenda diventa più complicata. Un albero in più per ogni abitante dell’Emilia-Romagna, 4,5 milioni in 5 anni di mandato, vuole dire per il Comune di Bologna circa 390.000 piante. Non è una impresa di poco conto. Ma non è impossibile.

Serve una pianificazione.

Serve anche un certo savoir-faire. E ci sono esperienze note, tutte italiane. Ad esempio, il quotidiano Repubblica ha dedicato il primo dicembre un articolo ad un signore delle foreste, Paolo Lassini, “Così ho piantato i boschi della Lombardia”.

Dà numeri relativi alle superficie. “Servono 2000 piante per ettaro (…) tra un secolo ne resteranno un centinaio”. Dà anche un metodo. E ricorda un caso curioso : Seveso 1976. L’ingegnere Luigi Noè, nominato commissario della bonifica, decide di fare una foresta su quell’area dove la spinta di tutti era di costruire. Oggi è il Bosco delle Querce.

Oggi a Bologna abbiamo il Bosco dei Prati di Caprara dove ieri, prima della crisi economica e prima della crisi sanitaria, la spinta di tutti era anche qui di costruire. Il Bosco dei Prati di Caprara è in buona compagnia con macchie boschive e/o verde spontaneo su aree di proprietà di vari enti pubblici (es. ex-caserme Perrotti, Mazzoni) purtroppo destinati in gran parte ad essere tagliati. Sono per la maggioranza alberi non censiti e dunque non tutelati nonostante alcuni siano esemplari secolari.


La questione è sempre la stessa e parte dal valore economico. Da una parte abbiamo diritti edificatori concessi dal Comune alle proprietà (il Comune incassa) e dall’altra, alberi, sprovvisti di un minimo valore economico. Sprovvisti perché fino ad ora, non si è provveduto a quantificare i “servizi” che gli alberi sono in grado di offrire. Anzi, per un Comune, a bilancio, gli alberi sono esclusivamente una voce di costo. Ora le cose stanno cambiando molte velocemente, avendo la pandemia accelerato la diffusione di convinzioni ben presenti in alcune nicchie ambientalistiche e scientifiche.

Stiamo vivendo un periodo di transizione ecologica nel quale viene rivalutato il ruolo e le funzioni del Verde in città: si diffonde l’idea che gli alberi, i prati, il Verde in generale, gli ecosistemi presenti in città abbiano un valore economico e che quantificarlo sia necessario per la loro tutela. Si rimanda per approfondimenti sui “servizi” ecosistemici, al Terzo rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia[2].

Vista l’indignazione di numerosi cittadini di fronte ad interventi piuttosto drastici e purtroppo frequenti, c’è da porsi la domanda: qual è il valore economico di un albero?

Lo stesso interrogativo si è posto, in Francia, il Comune di Orléans. Per risponderci, hanno chiamato a raccolto l’insieme dei portatori di interessi e sviluppato una applicazione e un indicatore, il “VIE, Valeur Intégrale Estimée”, il valore integrale stimato. Così, nel Comune di Orléans, ogni albero ha un valore economico. Il record va ad un tasso, valutato 88.000 euro. L’applicazione è disponibile gratuitamente a questo link: https://www.baremedelarbre.fr/notre-outil/. Ed è in relazione con una mappatura satellitaria di ogni albero presente sul territorio comunale.

 

[1] "Mettiamo radici per il futuro", l'Emilia-Romagna accelera: già messi a dimora 470 mila alberi, Regione Emilia-Romagna, 11 Marzo 2021

[2] Comitato Capitale Naturale (2019), Terzo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia. Roma

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