Biophilic Design, uno spunto per il futuro

05/07/2021
Redazione ReQuBo

 

È interessante notare come il design, per sua natura una delle attività più artificiose generate dall’uomo, si stia mettendo negli ultimi anni al servizio dell’ambiente. Ed è ancora più interessante scoprire cosa accade quanto il design e la sostenibilità si uniscono all’architettura.

Questo mese vi parliamo infatti di Biophilic Design. Il termine “biofilia” indica l’amore per la vita ed ogni organismo vivente, e unito al design diventa un modo innovativo di progettare luoghi di lavoro, quotidianità ed educazione. Questo approccio alla progettazione analizza in primis la funzione principale che avrà lo spazio da realizzare in modo che non sia l’uomo a doversi adattare all’interno di quell’ambiente, ma che sia lo spazio a mettersi al completo servizio dell’uomo connettendolo all’ambiente naturale, che è parte fondamentale dell’essenza umana.

Secondo i docenti di Biourbanistica Antonio Caperna e Stefano Serafini, il Biophilic Design é quel modo di progettare che va incontro alla nostra innata necessità di restare connessi alla vita e ai processi vitali.
E così nascono ospedali che accelerano il processo di guarigione, scuole che aiutano i bambini ad apprendere più velocemente, luoghi di lavoro che aumentano la produttività dei dipendenti.

Ma quindi, come si progetta un un ambiente di questo tipo?
Un modo veloce può essere quello di utilizzare materiali provenienti direttamente dall’ambiente circostante: il legno di un albero locale, ad esempio, può diventare un rivestimento.
Oppure si possono utilizzare materiali di costruzione per ricreare gli ambienti naturali: grandi vetrate e materiali che simulano texture naturali sono ottimi alleati del Biophilic Design.

 

 

 

Uno degli esempio di Biophilic Design più vicini a noi è il Bosco verticale di Milano di Stefano Boeri Architetti e Barreca & La Varra, che viene considerato da molti un prototipo per le città del futuro, che in fondo non è poi così lontano.
Questo progetto comprende un sistema di torri che contengono l’equivalente di 10000 mq di foresta. Non a caso il concept del Bosco Verticale è l’essere “una casa per alberi che ospita anche umani e volatili”: questo si traduce in grandi balconi sfalsati tra loro che ospitano la vegetazione, messi in risalto da elementi in grès bianco che smaterializzano il volume e lo rendono ancora più “mosso”.

Il Bosco Verticale si propone quindi come un insieme di processi che accompagnano nel tempo la vita e la crescita di chi lo abita, cambiando di stagione in stagione e permettendo a chi ci vive di godere del ciclo naturale anche all’interno della città.

Pensiamo che in questo momento di forte cambiamento urbanistico il Biophilic Design possa essere uno spunto interessante da poter portare, anche in piccolo, nelle nostre abitazioni e nei nostri uffici.

Un meraviglioso esempio di questo tipo di progettazione “in piccolo” è la Maxwell House a Melbourne: una casa eco-friendly nelle quale ogni stanza contiene un elemento naturale ed è caratterizzata da grandi vetrate che annullano la distanza tra l’ambiente interno e quello esterno. Le texture delle superfici, la forte luce naturale e i materiali caldi rendono questa casa estremamente accogliente e, al contempo, sostenibile.

Speriamo di vedere sempre più esempi di Biophilic Design nella nostra città, perché il futuro è adesso!

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