Energy makes the world go round

01/12/2020
Redazione ReQuBo

L'energia fa andare avanti il mondo, la produzione, la vita quotidiana.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) redige ogni anno il suo prospetto (World Energy Outlook) per tracciare le vie possibili da adottare in futuro e le loro conseguenze economiche, ambientali e sociali. Il 2020 non fa eccezione, ma è caratterizzato dall’evento critico della pandemia di Covid-19 e dalle sue ripercussioni.

Secondo l’analisi di AIE, rispetto al 2019 il 2020 ha visto cali del 5% nella domanda globale di energia, del 7% nelle emissioni di CO2 legate all’ambito energetico (riportando le emissioni ai livelli di dieci anni fa) e del 18% negli investimenti in materia di energia.

Ovviamente l’impatto varia a seconda della fonte considerata: si stima una caduta di 8% per la domanda di petrolio e del 7% per l’uso di carbone, il gas naturale si attesta su un calo del 3%, mentre si registra un lieve aumento del contributo dato dalle fonti rinnovabili.

Malgrado il calo da record nelle emissioni globali di quest’anno, siamo ben lontani dall’aver fatto abbastanza per renderlo decisivo.”

La recessione ha temporaneamente abbassato le emissioni, ma una bassa crescita economica non è una strategia, bensì impoverisce ulteriormente le popolazioni più vulnerabili del mondo.
Solo dei cambiamenti strutturali più veloci nella produzione e consumo di energia potranno abbattere il tasso di emissioni al meglio. I governi hanno la capacità e la responsabilità di prendere azioni decisive per accelerare la transizione a fonti di energia pulita e mettere il mondo su di una strada che porti al compimento degli obiettivi climatici, neutralità di emissioni inclusa.

Dr. Fatih Birol, Direttore Esecutivo AIE


Combinando le tendenze generali relative all'uso delle fonti, vengono forniti quindi quattro scenari di evoluzione correlati a diverse ipotesi di evoluzione degli scenari economici.

In ciascuno scenario proposto, quasi a voler confermare la tendenza del 2020, le rinnovabili crescono
Nell'ipotesi STEPS, entro il 2030 le rinnovabili andranno a coprire l’80% della crescita della domanda globale, con il solare leader di questa crescita.

In questo scenario, risulterà fondamentale l’approvvigionamento di metalli, minerali e tecnologie per la riconversione e stoccaggio per assicurare una transizione stabile.
L'installazione di tecnologie fotovoltaiche risulterà più conveniente dell'estrazione di carbone o della costruzione di generatori a gas e le agevolazioni fornite dalle riforme dedicate potranno trasformarla in un mercato trainante, con prezzi per l’elettricità tra i più bassi mai visti. 

Un rischio cruciale deriva però dalla riconversione delle reti elettriche esistenti al servizio delle rinnovabili. Se l'energia la produciamo tutti, occorre rivedere la capacità e le modalità di immissione nella rete, così come se sostituiamo il petrolio e il gas con l'elettrico, la capacità di portata della rete deve moltiplicarsi. Considerate le condizioni finanziarie di partenza dei fornitori di servizi peggiorate a causa della crisi, specie nei paesi in via di sviluppo, tali adeguamenti delle reti potrebbero ritardare i processi di transizione al solare fotovoltaico.

Proprio in quest'ottica, da qui al 2040, si osserva un costante rimpiattino tra paesi avanzati e paesi in via di sviluppo. Sono difatti questi ultimi ad avere una necessità sempre maggiore di energia per potersi sviluppare, puntando al "meno inquinante" piuttosto che al "pulito" per ragioni economiche e progettuali.
Questo è il caso, per dire, del gas naturale: entro il 2040 una crescita della domanda di gas (circa il 30%) si concentrerà nel Sud-Est asiatico come alternativa meno inquinante, più produttiva e conveniente sia per il settore manifatturiero che per la qualità urbana, mentre per contro le proiezioni mostrano per la prima volta un declino della domanda nei paesi avanzati entro lo stesso anno. 
In Europa (STEPS) e in tutte le parti del mondo (SDS), la sfida per l’industria del gas sarà di reinventarsi e progredire con la riduzione di emissioni metanifere, sia con un controllo capillare che attraverso lo sviluppo di gas alternativi come il biometano o l’idrogeno a bassa emissione di carbonio e di tecnologie come la cattura e sequestro del carbonio.

Un salto di qualità negli investimenti per l’energia pulita, in linea con il Piano di Ripresa Sostenibile di AIE, offre un modo per potenziare la ripresa economica, creare lavoro e ridurre le emissioni. Questo approccio non è ancora predominante nei piani proposti ad oggi, tranne che in UE, UK, Canada, Corea, Nuova Zelanda e una manciata di altri paesi. La piena implementazione del Piano, pubblicato a giugno 2020 in collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale, spinge l’economia dell’energia globale verso un miglioramento dell’efficienza, energia a basse emissioni e reti elettriche e combustibili più sostenibili.
Ciò potrebbe rendere il 2019 il picco definitivo delle emissioni globali di CO2

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