Bologna è una regola

01/02/2021
Architetto Stefano Clericò

“Bologna è una regola” e parafrasando Luca Carboni “l’urbanistica è bellissima, anche se a volte tira troppo su”.

E così è successo che, in occasione della stesura del nuovo strumento urbanistico PUG (Piano Urbanistico Generale) e del suo regolamento edilizio attuativo, qualcuno si è fatto prendere un po’ troppo dall’ansia da prestazione; e puntando ad obbiettivi che possiamo definire esagerati ha di fatto reso inattuabile il cosiddetto Bonus energia.

Bologna è da sempre il laboratorio di eccellenza dell’urbanistica, proprio qui negli anni Sessanta Campos Venuti ha tracciato le linee del riformismo urbanistico e da allora, anche a livello regionale, la città è diventata una specie di avanguardia culturale nazionale.

Questo ha portato a risultati d’eccellenza che sono sotto gli occhi di tutti (vediamo ad esempio quante aree verdi abbiamo a disposizione all’interno del tessuto urbano), ma anche ad un'autocelebrazione che sta oramai deviando verso la ricerca dell’impossibile.

In particolare, all’interno delle ultime norme che sono entrate in vigore (o in salvaguardia) dal 9 dicembre scorso, sono stati inseriti degli obbiettivi prestazionali di riqualificazione energetica impossibili da raggiungere (se non in caso di interventi di trasformazione globale su edifici non utilizzati). 

Il famoso punto P3 del regolamento edilizio imporrebbe il raggiungimento della classe A1 a partire da un intervento di ristrutturazione importante di secondo livello (intervento su una porzione > al 25% delle superfici esterne disperdenti) cosa assolutamente diversa dalla richiesta della normativa nazionale sul Superbonus 110% per il medesimo intervento edilizio (con miglioramento di almeno due classi rispetto alla classe energetica di partenza, come già abbiamo ampiamente analizzato altrove sul sito).
Citando direttamente il punto (consultabile comunque nella sua interezza insieme al resto del PUG qui)
"LIVELLO BASE [...] L’edificio deve essere progettato in modo che:  sia certificato in classe di prestazione energetica non inferiore ad A1 e che il valore dell’indice di prestazione energetica globale espresso in energia primaria non rinnovabile (Epgl, nren) sia non superiore a 60 KWh/m2 in caso di ristrutturazione di secondo livello;
sia certificato in classe di prestazione energetica non inferiore ad A3 e che il valore dell’indice di prestazione energetica globale espresso in energia primaria non rinnovabile (Epgl,nren) non sia superiore a 30KWh/m in caso di ristrutturazione di primo livello);"

Ora abbiamo saputo che il Comune porterà all’esame del Consiglio comunale una sospensiva su questo particolare articolo della norma che dovrebbe riguardare tutto l’arco temporale della legge obbiettivo, ma dopo?

È giusto sicuramente non perdere questa occasione (sarebbe l’unico caso in Italia), considerate anche le risposte affermative date dai professionisti ai richiedenti a seguito delle valutazioni svolte di certo non gratuitamente in numerosi casi. Ma dopo? Dovremo sempre svuotare gli immobili prima di fare un intervento di miglioramento energetico? Non sarebbe il caso di differenziare meglio gli obbiettivi per i possibili e realistici interventi?

 

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